kerneltrap
2012-06-11 01:46:12 UTC
Ciao a tutti. Sento la necessità di riassumere le mie ultime due
settimane di vita sentimentale, in passato mettere per iscritto i miei
pensieri mi ha fatto bene e spero che accada anche questa volta. Non
ho dunque delle domande precise da porvi, si tratta più della pagina
di un diario che di un post su usenet, ma naturalmente mi farà molto
piacere leggere l'opinione di persone sensibili e che vedano i fatti
con distacco.
Conosco A. da ormai qualche anno, ma per la maggior parte di questo
tempo non siamo stati particolarmente vicini. Frequentavamo quasi
quotidianamente lo stesso luogo, abbiamo vari amici in comune, ci
stavamo certamente simpatici, ma nulla di più. Entrambi eravamo
sentimentalmente impegnati.
All'inizio di quest'anno qualcosa cambia: entrambi single iniziamo a
vederci abbastanza spesso, anche se molto raramente da soli. Per dare
un po' di contesto: ambiente universitario, 28 anni io, 26 lei. Inizia
a crescere una forte simpatia reciproca, ci troviamo bene a parlare,
fare piccole cose insieme. Ci riserviamo delle attenzioni esclusive e
reciproche... nell'aria c'è qualcosa. Si alternano periodi di grande
attrazione (anche da parte sua, posso dire col senno di poi) a periodi
di maggiore distanza, addirittura per un periodo io ho rivisto la mia
ex e lei il suo ex (questo l'ho saputo dopo, come ho saputo anche che
spesso comunque lei pensava a me, come del resto io pensavo a lei).
Perché non è successo niente? Potrei dire: timore per le differenze
personali (siamo molto diversi, anche se io trovo che per molte cose
ci completiamo bene a vicenda), paura di rovinare una bella amicizia,
una certa dose di insicurezza, il fatto che una mia ex sia anche
un'amica di lei... Insomma, tutto e niente.
Un paio di settimane fa siamo al culmine di uno dei periodi in cui
sento che la tacita attrazione reciproca è al culmine e so che
potrebbe la mia ultima possibilità: nel giro di un mese lei tornerà a
vivere dai suoi, la sua vita cambierà parecchio e sarà difficile
ricreare una situazione propizia quanto questa. Inoltre lei sta
occupando tutti i miei pensieri, provo davvero l'urgenza di mostrare
come stanno le cose per me.
Siamo ad una grigliata pomeridiana tra amici (io invitato prima A. e
poi dalla padrona di casa, ma ci vado solo per vedere A.). Sono molto
attivo, socializzo, gestisco la griglia e qualche altra questione
pratica (tendo a non starmene con le mani in mano, inoltre fare
qualcosa è un modo per sfogare l'irrequietezza). A. è sempre al mio
fianco in tutto, io mi sento bene, "socialmente forte" e so di non
dover attendere ancora, così agisco, dicendole con le parole che
trovo, semplici ma molto chiare, che mi piace.
Lei non se lo aspettava, o almeno così dice, è turbata, la notte è
sovreccitata e non riuscirà a dormire, ma riesce a dirmi che lo stesso
è per lei. Fantastico! Dice anche che è un brutto periodo, che
ultimamente ci sono aspetti di sé che lei stessa non sopporta e non
vorrebbe che io la conoscessi così... Io non capisco, ma le chiedo che
mi sia data l'occasione di provare a farlo. Parliamo giusto qualche
minuto, poi lei tornerà a casa. È stata una iniezione di felicità come
negli anni recenti non ne ricordo altre...
Il giorno dopo usciamo con amici, poi torniamo insieme a casa sua. La
bacio. Siamo pieni di quella felicità che ubriaca quanto il vino
forte.
Purtroppo nel giro di pochissimi giorni le cose prendono una piega
diversa. Lei tira fuori una serie di cose che desidera da una
relazione, alcune delle quali secondo lei non coincidono con la mia
personalità, altre sono... strane, come il desiderio di essere
"controllata" con una certa dose di gelosia (io non sono geloso, non
ho mai tradito e sono convinto di non esserlo mai stato). È come se
volesse essere continuamente rassicurata sul fatto che il suo uomo
voglia proprio lei. Poi si rimangia un po' tutto, dicendo di aver
fatto male a dirmi queste cose perché "dovrebbero essere ovvie". È
volubile, cambia opinione sulle cose in fretta e ancora più in fretta
cambia umore.
Ho provato a chiederle di più sulle "cose brutte" che le sarebbero
successe di recente, ma non le va di parlarne, dice che secondo lei
ricordare fa male.
Dopo qualche giorno abbiamo già litigato! Un record per me. Avevo
organizzato un'uscita tra amici, chiedendo prima di tutto a lei se ne
aveva voglia. Acconsente, io organizzo, poi avremmo passato la notte
insieme. Ad un certo punto dice di non voler più venire per paura
della pioggia. Il cielo però si rischiara e le previsioni sono buone
(e comunque io per lei andrei in capo al mondo a una tempesta, non per
spirito di abnegazione, ma perché trovo che nell'euforia di un amore
nascente qualsiasi esperienza condivisa è meravigliosa, anche dovesse
trattarsi di fronteggiare insieme la furia degli elementi!). Insomma,
non c'è pioggia, ma allora *è stanca* (sicuramente vero), insomma non
vuole venire. Io però ormai ho organizzato e altre persone contano su
di me, così le propongo di raggiungerla quando torno. Ancora peggio,
va su tutte le furie. Mantengo la calma e le dico che se per lei è
importante mando a monte tutto e rimango con lei. Ma niente!
Praticamente mi lascia, dicendo di aver pensato che comunque alcune
cose non le vanno bene ed è inutile che io le chieda di parlarle con
più calma. Me ne vado, decisamente sconvolto e pronto a passare una
pessima serata. Passano 10 minuti, mi chiama: ci vediamo quando torno.
Passano altri 3 minuti. Viene anche lei. Torno a casa sua, baci e
abbracci, e così passiamo una bella serata di cui infine si dichiarerà
contenta.
Questo è stato l'apice, ma illustra un meccanismo che vedo ripetersi.
Cambiamenti d'umore per me incomprensibili, tanto ho in continuazione
paura di farla arrabbiare. Se usciamo da soli ed evito di andare dove
so che troveremo amici comuni ecco che "mi vergogno di lei" (?!). Se
usciamo in compagnia invece ecco che non assecondo il suo desiderio di
stare noi due da soli...
Perché fa così? Mi fa soffrire, mi rende insicuro e mi porta a tentare
di farla stare bene a discapito del mio stare bene, cosa che si
accetta in un momento di difficoltà, ma non può essere la norma in un
rapporto di coppia.
Ce la metto tutta, ma di fronte a ciò che non capisco non so agire,
così sta già diminuendo il mio trasporto nei suoi confronti. E pensare
che forse per la prima volta in vita mia iniziavo un rapporto con la
reale, cosciente e seria intenzione di costruire qualcosa di
importante... Tutto questo mi affligge parecchio.
Io posso e desidero darle tutto ciò che sono, ma ho bisogno di sentire
che quello che dono è prezioso. I miei sentimenti hanno bisogno di
nutrirsi proprio di ciò che di bello provocano nell'altra persona,
mentre troppo spesso mi sembra che non vengano visti o che vengano
messi in dubbio e così vengono depressi, minimizzati.
Nelle mie precedenti relazioni qualcosa di simile non mi era mai
accaduto (certo se sono finite qualcosa non andava, ma i motivi sono
sempre stati differenti).
Non credo che sia rilevante per quanto ho scritto, ma chi è arrivato
fin qui forse sarà curioso. L'attrazione fisica c'è ed è parecchia,
anche se a letto le cose non vanno ancora propriamente bene. Io ho
corso troppo per i suoi gusti, anche qui c'è però da dire che bastava
una parolina da parte sua, senza fantasia, un "aspettiamo", e le cose
sarebbero andate diversamente. Ma non ho dubbi che possa essere
fantastico, ammesso che il resto del rapporto regga...
Com'è difficile.
settimane di vita sentimentale, in passato mettere per iscritto i miei
pensieri mi ha fatto bene e spero che accada anche questa volta. Non
ho dunque delle domande precise da porvi, si tratta più della pagina
di un diario che di un post su usenet, ma naturalmente mi farà molto
piacere leggere l'opinione di persone sensibili e che vedano i fatti
con distacco.
Conosco A. da ormai qualche anno, ma per la maggior parte di questo
tempo non siamo stati particolarmente vicini. Frequentavamo quasi
quotidianamente lo stesso luogo, abbiamo vari amici in comune, ci
stavamo certamente simpatici, ma nulla di più. Entrambi eravamo
sentimentalmente impegnati.
All'inizio di quest'anno qualcosa cambia: entrambi single iniziamo a
vederci abbastanza spesso, anche se molto raramente da soli. Per dare
un po' di contesto: ambiente universitario, 28 anni io, 26 lei. Inizia
a crescere una forte simpatia reciproca, ci troviamo bene a parlare,
fare piccole cose insieme. Ci riserviamo delle attenzioni esclusive e
reciproche... nell'aria c'è qualcosa. Si alternano periodi di grande
attrazione (anche da parte sua, posso dire col senno di poi) a periodi
di maggiore distanza, addirittura per un periodo io ho rivisto la mia
ex e lei il suo ex (questo l'ho saputo dopo, come ho saputo anche che
spesso comunque lei pensava a me, come del resto io pensavo a lei).
Perché non è successo niente? Potrei dire: timore per le differenze
personali (siamo molto diversi, anche se io trovo che per molte cose
ci completiamo bene a vicenda), paura di rovinare una bella amicizia,
una certa dose di insicurezza, il fatto che una mia ex sia anche
un'amica di lei... Insomma, tutto e niente.
Un paio di settimane fa siamo al culmine di uno dei periodi in cui
sento che la tacita attrazione reciproca è al culmine e so che
potrebbe la mia ultima possibilità: nel giro di un mese lei tornerà a
vivere dai suoi, la sua vita cambierà parecchio e sarà difficile
ricreare una situazione propizia quanto questa. Inoltre lei sta
occupando tutti i miei pensieri, provo davvero l'urgenza di mostrare
come stanno le cose per me.
Siamo ad una grigliata pomeridiana tra amici (io invitato prima A. e
poi dalla padrona di casa, ma ci vado solo per vedere A.). Sono molto
attivo, socializzo, gestisco la griglia e qualche altra questione
pratica (tendo a non starmene con le mani in mano, inoltre fare
qualcosa è un modo per sfogare l'irrequietezza). A. è sempre al mio
fianco in tutto, io mi sento bene, "socialmente forte" e so di non
dover attendere ancora, così agisco, dicendole con le parole che
trovo, semplici ma molto chiare, che mi piace.
Lei non se lo aspettava, o almeno così dice, è turbata, la notte è
sovreccitata e non riuscirà a dormire, ma riesce a dirmi che lo stesso
è per lei. Fantastico! Dice anche che è un brutto periodo, che
ultimamente ci sono aspetti di sé che lei stessa non sopporta e non
vorrebbe che io la conoscessi così... Io non capisco, ma le chiedo che
mi sia data l'occasione di provare a farlo. Parliamo giusto qualche
minuto, poi lei tornerà a casa. È stata una iniezione di felicità come
negli anni recenti non ne ricordo altre...
Il giorno dopo usciamo con amici, poi torniamo insieme a casa sua. La
bacio. Siamo pieni di quella felicità che ubriaca quanto il vino
forte.
Purtroppo nel giro di pochissimi giorni le cose prendono una piega
diversa. Lei tira fuori una serie di cose che desidera da una
relazione, alcune delle quali secondo lei non coincidono con la mia
personalità, altre sono... strane, come il desiderio di essere
"controllata" con una certa dose di gelosia (io non sono geloso, non
ho mai tradito e sono convinto di non esserlo mai stato). È come se
volesse essere continuamente rassicurata sul fatto che il suo uomo
voglia proprio lei. Poi si rimangia un po' tutto, dicendo di aver
fatto male a dirmi queste cose perché "dovrebbero essere ovvie". È
volubile, cambia opinione sulle cose in fretta e ancora più in fretta
cambia umore.
Ho provato a chiederle di più sulle "cose brutte" che le sarebbero
successe di recente, ma non le va di parlarne, dice che secondo lei
ricordare fa male.
Dopo qualche giorno abbiamo già litigato! Un record per me. Avevo
organizzato un'uscita tra amici, chiedendo prima di tutto a lei se ne
aveva voglia. Acconsente, io organizzo, poi avremmo passato la notte
insieme. Ad un certo punto dice di non voler più venire per paura
della pioggia. Il cielo però si rischiara e le previsioni sono buone
(e comunque io per lei andrei in capo al mondo a una tempesta, non per
spirito di abnegazione, ma perché trovo che nell'euforia di un amore
nascente qualsiasi esperienza condivisa è meravigliosa, anche dovesse
trattarsi di fronteggiare insieme la furia degli elementi!). Insomma,
non c'è pioggia, ma allora *è stanca* (sicuramente vero), insomma non
vuole venire. Io però ormai ho organizzato e altre persone contano su
di me, così le propongo di raggiungerla quando torno. Ancora peggio,
va su tutte le furie. Mantengo la calma e le dico che se per lei è
importante mando a monte tutto e rimango con lei. Ma niente!
Praticamente mi lascia, dicendo di aver pensato che comunque alcune
cose non le vanno bene ed è inutile che io le chieda di parlarle con
più calma. Me ne vado, decisamente sconvolto e pronto a passare una
pessima serata. Passano 10 minuti, mi chiama: ci vediamo quando torno.
Passano altri 3 minuti. Viene anche lei. Torno a casa sua, baci e
abbracci, e così passiamo una bella serata di cui infine si dichiarerà
contenta.
Questo è stato l'apice, ma illustra un meccanismo che vedo ripetersi.
Cambiamenti d'umore per me incomprensibili, tanto ho in continuazione
paura di farla arrabbiare. Se usciamo da soli ed evito di andare dove
so che troveremo amici comuni ecco che "mi vergogno di lei" (?!). Se
usciamo in compagnia invece ecco che non assecondo il suo desiderio di
stare noi due da soli...
Perché fa così? Mi fa soffrire, mi rende insicuro e mi porta a tentare
di farla stare bene a discapito del mio stare bene, cosa che si
accetta in un momento di difficoltà, ma non può essere la norma in un
rapporto di coppia.
Ce la metto tutta, ma di fronte a ciò che non capisco non so agire,
così sta già diminuendo il mio trasporto nei suoi confronti. E pensare
che forse per la prima volta in vita mia iniziavo un rapporto con la
reale, cosciente e seria intenzione di costruire qualcosa di
importante... Tutto questo mi affligge parecchio.
Io posso e desidero darle tutto ciò che sono, ma ho bisogno di sentire
che quello che dono è prezioso. I miei sentimenti hanno bisogno di
nutrirsi proprio di ciò che di bello provocano nell'altra persona,
mentre troppo spesso mi sembra che non vengano visti o che vengano
messi in dubbio e così vengono depressi, minimizzati.
Nelle mie precedenti relazioni qualcosa di simile non mi era mai
accaduto (certo se sono finite qualcosa non andava, ma i motivi sono
sempre stati differenti).
Non credo che sia rilevante per quanto ho scritto, ma chi è arrivato
fin qui forse sarà curioso. L'attrazione fisica c'è ed è parecchia,
anche se a letto le cose non vanno ancora propriamente bene. Io ho
corso troppo per i suoi gusti, anche qui c'è però da dire che bastava
una parolina da parte sua, senza fantasia, un "aspettiamo", e le cose
sarebbero andate diversamente. Ma non ho dubbi che possa essere
fantastico, ammesso che il resto del rapporto regga...
Com'è difficile.