tzawa
2011-08-19 20:39:29 UTC
Ciao,
non ho una vera e propria domanda, piu' che altro cerco uno spunto per
discutere con altre persone.
E' la seconda volta che mi capita di avere una relazione con una ragazza
che a mio avviso rispecchia delle caratteristiche comuni.
L'essere malinconica, triste, molto sensibile, e con un rapporto quasi
assente col padre. In generale, in contrasto con la famiglia (o con
quello che ne rimane).
Ragazze che, a parole, mi hanno detto di essere innamoratissime, eppure
io ci sento un campanello d'allarme.
Questo attaccamento mi sembra quasi una malattia.
Mi sembra un modo sbagliato di vivere questo sentimento.
Per come la vedo io, ma forse qui ognuno la pensa a modo suo, vivere una
storia d'amore vuol dire non far si' che due esseri umani siano attaccati
l'uno all'altro con un cordone ombelicale.
Le due persone, singolarmente, devono essere pienamente realizzate,
devono avere la propria vita professionale, avere una posizione, essere
soddisfatte del proprio lavoro e soprattutto di se stesse.
Lei (o lui) non dovrebbe vivere constantemente con il motto "meno male
che ho trovato lui (o lei) che mi si tiene, senza sarei niente".
Mi e' capitato, appunto, per la seconda volta di percepire come "lei" si
appoggi in maniera che, anziche' inorgoglirmi, mi fa tendere ad
allontanarmi.
Mi spaventa. Io vorrei accanto a me una persona che sappia affrontare la
vita, come la affronto io (intendo dire: cerco di cavarmela da solo e di
risolvere i problemi piuttosto che a rifuggirli), non so se e' giusto,
alla lunga, che io incarni il ruolo di quello che "la sopporta e la
accetta cosi' com'e'".
Perche' secondo me e' oggettivo che questo tipo di persone abbiano una
debolezza intrinseca. Un problema da risolvere. Un problema loro.
Con la prima ragazza e' finita.
Con questa seconda.. non si sa ancora.
Il discorso e' venuto a galla perche' si sta iniziando a parlare di
convivenza, dopo un anno e mezzo di fidanzamento.
Grazie in anticipo a chi vorra' aggiungere qualsiasi cosa...
non ho una vera e propria domanda, piu' che altro cerco uno spunto per
discutere con altre persone.
E' la seconda volta che mi capita di avere una relazione con una ragazza
che a mio avviso rispecchia delle caratteristiche comuni.
L'essere malinconica, triste, molto sensibile, e con un rapporto quasi
assente col padre. In generale, in contrasto con la famiglia (o con
quello che ne rimane).
Ragazze che, a parole, mi hanno detto di essere innamoratissime, eppure
io ci sento un campanello d'allarme.
Questo attaccamento mi sembra quasi una malattia.
Mi sembra un modo sbagliato di vivere questo sentimento.
Per come la vedo io, ma forse qui ognuno la pensa a modo suo, vivere una
storia d'amore vuol dire non far si' che due esseri umani siano attaccati
l'uno all'altro con un cordone ombelicale.
Le due persone, singolarmente, devono essere pienamente realizzate,
devono avere la propria vita professionale, avere una posizione, essere
soddisfatte del proprio lavoro e soprattutto di se stesse.
Lei (o lui) non dovrebbe vivere constantemente con il motto "meno male
che ho trovato lui (o lei) che mi si tiene, senza sarei niente".
Mi e' capitato, appunto, per la seconda volta di percepire come "lei" si
appoggi in maniera che, anziche' inorgoglirmi, mi fa tendere ad
allontanarmi.
Mi spaventa. Io vorrei accanto a me una persona che sappia affrontare la
vita, come la affronto io (intendo dire: cerco di cavarmela da solo e di
risolvere i problemi piuttosto che a rifuggirli), non so se e' giusto,
alla lunga, che io incarni il ruolo di quello che "la sopporta e la
accetta cosi' com'e'".
Perche' secondo me e' oggettivo che questo tipo di persone abbiano una
debolezza intrinseca. Un problema da risolvere. Un problema loro.
Con la prima ragazza e' finita.
Con questa seconda.. non si sa ancora.
Il discorso e' venuto a galla perche' si sta iniziando a parlare di
convivenza, dopo un anno e mezzo di fidanzamento.
Grazie in anticipo a chi vorra' aggiungere qualsiasi cosa...